mercoledì 10 ottobre 2012

Beferotrofio

Non auguro certo ad Attilio Befera la fine del conte Prina, avendo in orrore i linciaggi. A proposito di quel tragico episodio, finito addirittura in proverbio nella lingua meneghina per indicare una sorte miseranda, ancora oggi si vocifera che a sobillare la plebaglia - in realtà composta per lo più da borghesi ridotti in rovina dalla sciagurata fantasia tassatoria del brillante avvocato piemontese (sembra quasi un destino dei miei corregionali venire ricordati come impositori di gabelle fra le più odiose, come la tassa sul macinato voluta dall'altrimenti stimato Quintino Sella) - fosse stato il conte Federico Confalonieri, in seguito sodale del Pellico durante i moti carbonari di sette anni dopo, mentre altri, più avvezzi ad agiografare i protagonisti risorgimentali, puntano il dito contro il 'cattivo' dell'epoca, vale a dire l'Austria di Metternich. Ora, il gran capo di Equitalia e dell'Agenzia delle Entrate è, a differenza del ministro napoleonico, solo poco più di un esecutore di disposizioni provenienti dall'alto, ma un esecutore di quelli che fanno la fortuna e la vergogna del proprio principale, nella fattispecie il premier Mario Monti. Un algido condottiero che sa evidentemente riconoscere chi ben lo serve magari 'pensando al regno', come non troppo tempo fa si è sussurrato giusto del conte Attilio (il paragone con il cugino di don Rodrigo è suggerito dalle mene di quegli per favorirne la prevaricazione sulla povera Lucia, di là dalla scommessa fra i due sulle possibilità di successo dell'impresa), dato quasi per certo candidato alle prossime elezioni politiche nel partito di Casini. Ecco, che tale sussurro non sia ancora divenuto un grido, può dipendere dall'insieme ferreo e plumbeo proposito del mandante dello stesso Befera, che su tanti proclami raccolti nella propria agenda, santificata da tanti piddini e pidiellini a prescindere, ha assunto il passo del gambero, ma non certo riguardo al tritacarne fiscale, oliato dal moralismo deteriore di schiere di plauditores a buon mercato, consapevoli che il traguardo finale dell'imposta patrimoniale, una tantum o fissa che sia, sposterà ancora di più in avanti la già difficile uscita dal tunnel della crisi. Monti ha una fretta indiavolata di monetizzare il proprio sforzo tassatorio, a dispetto delle cifre che lo condannano, e l'unica mano che può spingerlo è quella borsaiola di Equitalia, che avrà campo libero nel periodo precedente il voto per sfoderare tutto l'armamentario di cui dispone e aprire un fuoco di fila senza precedenti su contribuenti onesti e gaglioffi, soprattutto sui primi. Befera deve rimanere al proprio posto: è questo il senso della proroga imposta dal governo per la concessione ad Equitalia del compito di riscuotere i tributi. I Comuni, che si sarebbero volentieri sbarazzati della 'gioiosa macchina da estorsione' per incassare in prima persona i balzelli, sono rimasti fregati: il 'magnifico monopolio' equitaliota non vacilla, grazie all'ennesimo sberleffo alla logica della concorrenza, con tutti gli agi e gli aggi ai beferoidi scatenati. E c'è chi sospetta un accordo segreto con le grandi municipalità, a parole critiche verso i metodi da racket della banda capitanata dal conte Attilio, ma sotto sotto preoccupate di non raggranellare i dindi necessari alla propria sopravvivenza, se non appunto appoggiandosi ai sistemi spicci di Equitalia, che è il contrario dell'AIDS: "se la conosci, non la eviti" (perché ti fa comodo). I lavori sporchi, le cartelle pazze, le multe ai genitori dei bambini che fanno il mercatino dei fumetti ai giardini pubblici, spettano ai professionisti del procurato lastrico. Ora è legge e i sindaci hanno poco da discutere, ma solo da risparmiare sui lampioni quando vien la sera. Cassandra, la profetessa di sventure, è ancora in circolazione, ma con la 'spendinreviù' si è tolta le ultime quattro lettere dal nome: adesso si chiama Cassa. Continua, come un tempo fu la lotta. E, se non potrà candidarsi dovendo portare avanti il superlavoro, Befera forse avrà, al pari del suo padrone, un laticlavio a vita.