lunedì 20 febbraio 2012

Lo spacco che spaccò l'Italia (fino al prossimo dialogo sui massimi sistemi...)

Quelli che mettevano i mutandoni alle ballerine dei varietà televisivi, fosse solo per ragioni anagrafiche, dovrebbero ormai - l'ultimo è stato un tizio la cui fama sarebbe stato meglio restasse confinata a uno schiaffo dato a una signora in decolleté - avere raggiunto l'altra sponda (nel senso che si dava una volta a tale espressione), ma nel frattempo sono sorti altri più pericolosi nemici del sesso gioioso: purtroppo, certi libertini e libertari invecchiati male, dopo avere goduto in gioventù dei sapidi frutti della liberazione dell'eros, scopando come ricci fra un'assemblea studentesca e un dibattito da cineforum, si sono trasformati in rancidi istrici, complice una sociologia onnivora che ha fagocitato pure l'amore spensierato, alla boia d'un giuda, riducendo tutto a "un fatto di clima, non di voglia". Lungi dal confessarlo, hanno eletto a loro patrona (occulta, per carità) Santa Belen Martire, fingendo che i suoi occhioni sgranati nascondano la sofferenza di una calendarizzata suo malgrado. Proprio non riescono a farsi una ragione della mancanza di sobrietà di una farfallina che riesce a volar alto pure rimanendo a livello inguinale. Si meritano tutti una cena a lume di candela con la Fornero e la Camusso a far loro piedino in contemporanea. Asini di Buridano della libido in loden. Con un tartufo come dessert.  

domenica 19 febbraio 2012

Farfallina distraente

Lady Tears, alias Elsa Frignero, come genialmente l'ha nomata un assiduo partecipante a un forum di destra, è una savonarolessa bigottona che invidia il tatuaggio inguinale di Belen. Tutto il bailamme mediatico sulla discesa di scale (sideralmente lontana, se ne converrà, dall'incedere di una Wandissima) della guapa dagli occhioni sgranati e dalle natiche epiche (copyright di Selvaggia Lucarelli su Libero), è la cifra del principio di distrazione cui vorrebbe condannarci la Lodensprung al potere, che preferisce discettare sul nulla - in senso letterale - propinatoci dalla tivuaccia di stato per evitare al rosicamento dei sudditi per la balzellomania imperante di trasformarsi in una gigantesca jacquerie che tutto travolga. L'illusione di anestetizzare il popolino con un dibattito sulla farfallina belenesca è figlia di un elitarismo bastardo, tipico dei finti competenti che si beano del coro laudatorio dei gazzettieri cortigiani, fingendo che il disgusto di quanti sono costretti a vivere da spettatori, senza manco il conforto del telecomando per zappingare via le biffe degli usurpatori della democrazia, le gesta tassatorie di una manica di nati con il cucchiaio d'oro non possa alla fine tracimare in una violenza ateniese, sghignazzando delle lacrime da stress di una profia abituata all'Empireo. Pur non condividendo uno iota delle idee dello sciacallo Vauro, trovo fulminante la vignetta in cui un nerboruto operaiaccio si pone sulle ginocchia una Fornero singhiozzante a pieni polmoni e, calatele le mutandine cesellate (e firmate, ça va sans dire), la sculaccia con foga proletaria, ripetendole didatticamente: "Quante volte ti ho detto che l'articolo 18 non si tocca?".

sabato 18 febbraio 2012

Vile, tu uccidi un cavallo morto!

In fondo, Celentano si è mostrato fedele a se stesso o, meglio, al proprio personaggio di incoerente al cubo, tale più per superficialità e incultura che per macchiavellismo. Di nuovo, c'è che se la sia presa con i preti e con la stampa cattolica, solo un attimo prima che Mariolone sdoganasse il tabù della Chiesa abbarbicata al proprio patrimonio immobiliare esentasse. Adriano precursore? Bah, il quotidiano della CEI e, soprattutto, la rivista dei Paolini, impermalositi per l'inattesa stoccata, hanno reagito come pulzelle violate, immemori del ruolo ricoperto in tutti questi anni sul palco dell'antiberlusconismo programmatico. L'antico Molleggiato non si è mostrato sobrio al cospetto dei telespettatori e della platea di eccellenti inamidati dell'Ariston e ha toccato i nervi scoperti di gente superciliosa, autoconvintasi per ragioni alimentari di stare nel miglior mondo possibile. Se il guitto ha toppato, la manageressa cattolicona si sarà sentita un focherello lambirle le terga, e magari le saranno pure fischiate le orecchie, non soltanto metaforicamente, per qualche telefonata che mai avrebbe voluto ricevere, ma la colpa, ahiLei, è stata soltanto sua. Monti da Fazio ha sussurrato di importanti novità in vista per il carrozzone di Viale Mazzini? L'unica che riuscirebbe a smuovere i telespettatori dal torpore sarebbe la chiusura totale. Si dichiari la bancarotta del servizio pubblico e ognuno vada per la sua strada.

mercoledì 15 febbraio 2012

Cinque cerchi e nessuna botte

Per una volta, il bassotto italiano della sora Angela l'ha azzeccata e gliene si renda merito: il sogno olimpico di Alemanno, che sperava di far dimenticare al volgo la figura da pupazzo di neve rimediata con il colpo basso del meteo cinico e baro, impugnando la fiaccola dei Giochi a mo' di clava, si è infranto contro il niet di un Monti impossibilitato a ignorare quanto la catastrofe greca di oggi sia debitrice anche verso la follia di avere voluto che la massima manifestazione sportiva mondiale si svolgesse all'ombra del Partenone otto anni or sono. E l'equazione con il Cupolone sarebbe stata servita calda calda al rigorista che avesse ciccato un pallone così facile. I mugugni della cricca già ghignante per il terremoto aquilano saranno giunti forse fino al trono di Zeus, ma, siccome lo stesso padre degli dei conta oggi meno di San Napo, nessuna folgore scenderà a consolare i fautori del panem et circenses.  

venerdì 3 febbraio 2012

I togaccioni sono tutto fuorché stupidi: hanno annusato il vento e capito benissimo che la loro casta è forse ancor meno amata e stimata, se possibile, di quelle dei partitanti e dei gazzettieri, soprattutto perché più dannosa di entrambe le altre. Rinunziare ai privilegi e giocarsela ad armi pari con le proprie vittime? L'ermellino è un feroce mustelide, con il gusto sadico del cacciatore, pronto a sbranare ogni preda un poco più piccola e debole di lui. Il potere gli è stato dato da un pavido branco di allegri topastri convinti di essere in grado di separare i territori di caccia a danno di animali meno scaltri. La follia maggiore è stata agganciare gli emolumenti di coloro che erano semplici impiegati statali alle prebende sempre crescenti dei bramini della politica, il cui ultimo pensiero è quello di rispettare il proprio preteso sacerdozio. Amministrare la giustizia è compito che farebbe tremare le vene e i polsi a ogni cittadino di onesti sentimenti, donde il sospetto che quanto preme davvero ai signori giudici e pubblici ministeri sia piuttosto non perdere la competizione con chi li ha trasformati in ricconi fanatici.