lunedì 20 febbraio 2012

Lo spacco che spaccò l'Italia (fino al prossimo dialogo sui massimi sistemi...)

Quelli che mettevano i mutandoni alle ballerine dei varietà televisivi, fosse solo per ragioni anagrafiche, dovrebbero ormai - l'ultimo è stato un tizio la cui fama sarebbe stato meglio restasse confinata a uno schiaffo dato a una signora in decolleté - avere raggiunto l'altra sponda (nel senso che si dava una volta a tale espressione), ma nel frattempo sono sorti altri più pericolosi nemici del sesso gioioso: purtroppo, certi libertini e libertari invecchiati male, dopo avere goduto in gioventù dei sapidi frutti della liberazione dell'eros, scopando come ricci fra un'assemblea studentesca e un dibattito da cineforum, si sono trasformati in rancidi istrici, complice una sociologia onnivora che ha fagocitato pure l'amore spensierato, alla boia d'un giuda, riducendo tutto a "un fatto di clima, non di voglia". Lungi dal confessarlo, hanno eletto a loro patrona (occulta, per carità) Santa Belen Martire, fingendo che i suoi occhioni sgranati nascondano la sofferenza di una calendarizzata suo malgrado. Proprio non riescono a farsi una ragione della mancanza di sobrietà di una farfallina che riesce a volar alto pure rimanendo a livello inguinale. Si meritano tutti una cena a lume di candela con la Fornero e la Camusso a far loro piedino in contemporanea. Asini di Buridano della libido in loden. Con un tartufo come dessert.  

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