martedì 17 luglio 2012

Otannicnic

Chi sa perché, non riesco ad appassionarmi al dibattito sul ritorno del Berlusca: egli, che ha sempre vantato la propria estraneità al teatrino della politica, cui peraltro ha contribuito alla grande - né sarebbe potuto avvenire altrimenti, considerando la politica alla stregua di un enorme palcoscenico quale effettivamente è (il suffisso 'ino' vorrebbe spregiare tale caratteristica, ma rimane solo la fotografia di una parodia) -, non si è saputo distinguere dai suoi avversari manco nella rinunzia dignitosa a calcarne le tavole. Il tempo del Silvio incantatore di serpenti è irrimediabilmente trascorso. Oltretutto, rientrando nell'agone, il Cav mostra soltanto di voler salvare ciò che non merita di venire salvato, vale a dire un partito che appoggia un governo di incapaci alle dipendenze di un vecchio barbogio già complice di nequizie ben peggiori di tutte le sciocchezze montiane. E come vuole risolvere l'attuale contingenza il bollito di Arcore, con le barzellette o spezzando le reni alla Minetti (honni soit qui mal y pense)? Non abbiamo bisogno di cincinnati alla rovescia per farci male più di quanto avvenga ora.

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