lunedì 4 febbraio 2013

Boutade boomerang?

Ieri sera, tanto per non farci mancar alcunché, il gambo di sedano della comicità intelligente italiota, la mia concittadina Luciana Littizzetto - una che, più passa il tempo, più s'immedesima nel ruolo di una Pippi Calzelunghe da gerontocomio, riuscendo financo ad apparire credibile -, ha informato l'orbe terracqueo che Milano detiene il primato mondiale degli accessi a YouPorn, esplicitando poi, con l'eleganza che la contraddistingue, l'attività preferita dai cittadini ambrosiani quale conseguenza pratica di tale interessamento, destinato giocoforza a non esaurirsi in un'accademia sterile sulle proposte del summenzionato sito. Per farla breve, l'esegeta del rompicazzismo nostrano, ridotto dalla medesima a paradigma berlusconico, ha decretato che la capitale morale ed economica d'Italia si fa le pippe, seguita peraltro a breve distanza da Roma, che certo non si rassegna a farle da damigella d'onore in tale commendevole classifica. Tutto questo non c'entrerebbe affatto con l'argomento che ci sta a cuore, se non fosse per un dubbio che ci attanaglia: ma davvero l'autoerotismo (la sessoautonomia, come lo chiamava la buonanima di Stefano Rosso) è l'ultima frontiera per i cittadini vessati da un potere che li piglia per i fondelli, dopo averli irrisi con i balzelli? Insomma, se i sudditi si ripiegano su se stessi, preferendo culi e tette in video a una tribuna politica con Tabacci, non sarà perché si è tirata troppo la corda con le 'magnifiche sorti e progressive' rappresentate dai rimborsi per la nutella e dai bilanci in rosso delle banche di servizio? Se chi dice di paventare l'astensione dal voto non vede il nesso con l'astensione dal sesso partecipato, chi ci salverà dalla depressione? E' pur vero che nulla c'impedisce di pensare che i cultori, meneghini o trasteverini, degli atti impuri internettiani organizzino in realtà visite in comitiva davanti al monitor, ma bisogna riconoscere come assai più probabile, almeno per chi sia abbastanza onusto d'anni da ricordare le entrate di soppiatto nei cinema a luci rosse, che il cosiddetto 'vizio solitario' non sia mai davvero entrato in crisi proprio perché di ogni crisi se ne è sempre sbattuto. Non farà fine, ma non impegna. In un'epoca di recessione, è veramente il massimo. E ti permette di staccare il pensiero da Monti, Bersani e Vendola. Adesso poi che le gerarchie ecclesiastiche hanno dimenticato il sesto comandamento, per concentrarsi sui veri peccati mortali come l'evasione fiscale (l'IMU è un caso a parte), l'islamofobia, la tiepidezza verso i valori resistenziali, uno può anche fregarsene dei sensi di colpa e procedere spedito alla volta dell'apoteosi di Onan. Trasferendo in politica questo concetto, potrà financo sognare di concorrere alle elezioni con una lista che porti stampato a caratteri cubitali vicino a un qualsivoglia simbolo il proprio nome. E non importerà che, fino al giorno prima, sia stato lo squallido portaborse di un mentore magari ingombrante abbandonato all'ultimo istante. Basterà che gridi più forte di altri promesse farlocche, maledicendo fino alla settima generazione chi lo aveva tratto dalla palta dell'anonimato. Rinnegarlo sarà atto meritorio, purché si ricordi prima di tirare il collo al gallo. D'altro canto, identico trattamento gli sarà riservato da chi, in circostanze diverse, gli avrebbe forse tirato la volata. Ottima regola in politica è non dare mai per bollito un avversario fino al verdetto delle urne: l'esempio sorprendente, in questa campagna pazza che si concluderà l'ultima domenica di Febbraio (mese anomalo per il voto), è dato dal Berlusca, non a caso animale da elezioni, che ha deciso di sfidare la propria stessa nomea di grande imbonitore con un annunzio apparentemente trombonesco, che potrebbe essere il canto di un cigno bauscia come, invece, il sigillo pirotecnico a un finora scialbo spettacolo da mestierante. Troppo éclatant, troppo sopra le righe, troppo guizzo da funambolo che prelude allo schianto mortale. Qui è d'obbligo sospendere il giudizio, come avviene di fronte al bluff smaccato di un insolente pokerista, che abbia vinto troppe mani per essere liquidato con una semplice coppia di jack. Si può essere ammirati e disgustati allo stesso tempo, davanti a un'improntitudine insieme gaglioffa e regale. Vorremmo essere soccorsi dal raziocinio mentre sprofondiamo nell'utopia, e quasi si prova pena per il grigio Bersani con le maniche arrotolate, che pure ci ha sottratto alla vista il putto Renzi per restituircelo vestito da garrulo aparatchik prono a un concetto di lealtà che mai ha trovato casa in quel partito, il Bersani sbranatore che rischia la sbranatura, al quale il guizzo e il sopra le righe sono inibiti dall'atavica seriosità dei mediocri. E che dire del Bilderbokkoniano, capace di sputarsi in entrambi gli occhi per star dietro al pifferaio in qualità di pifferaio di complemento, che in un colpo solo si è giocato topi e bambini? E di Giannino, il più infelice di tutti, costretto a fare il liberale timido, egli che è un avventuroso esploratore di quanto non è scontato, ironico spregiatore delle fanfaluche silviesche, risucchiato per propria scelta (e per la perfidia del Cav) nella palude dell'antiberlusconismo? L'uomo di Arcore dixit. Troppo presto, troppo tardi? Troppo furbo, troppo coraggioso (e/o incosciente)? Troppo fiducioso nel potere del proprio verbo? Qualche ermellino digrignerà i denti e lo accuserà di voto di scambio? L'Europa si cagherà addosso? L'Europa si infurierà, su suggerimento di Concita? Il sorrisino di Travaglio si accentuerà? Domani Silvio farà parziale marcia indietro (no, no... stavolta gli sarebbe fatale...)? Monti elogerà di nuovo la statura accademica di Brunetta? Mi rendo conto che i punti interrogativi sono già un esercito, ma sinceramente faccio fatica a considerare la promessa di restituzione agli Italiani dei soldi rubati con l'IMU soltanto una boutade o, meglio, voglio sperare che tale non sia. Ma, nello stesso tempo, mi sentirei uno sciocco a prenderla per qualcosa di diverso da una boutade e, pertanto, mi auguro di cadere in letargo fino al momento di entrare in cabina.

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