domenica 11 marzo 2012

Il capitano Ultimo rifiuta la prescrizione

Ultimo è commovente, ma fuori dal mondo. Sicuramente è un uomo orgoglioso, e talora l'orgoglio porta a gesti irrazionali. Se si trattasse di uno sceneggiato televisivo, la battuta del capitano suonerebbe magnificamente in bocca a Raoul Bova, quantunque costui non sia certo un attore da Oscar. Quando i togaccioni si stancano delle partite a tennis e dei convegni sullo stato della giustizia, allora interviene la prescrizione, per evitare loro di affaticarsi ulteriormente sulle cause davvero ingarbugliate o politicamente meno significanti. Il massacro mediatico degli imputati ha intanto fatto il suo corso e il grosso pubblico può tornare agevolmente a interessarsi di gossip. Tanto, come cantava Guccini a proposito di altre questioni, "ci sarà sempre un musico, un teoreta, un Bertoncelli, un prete, a sparare cazzate". Ecco, se esistesse la patente di magistrato, la prescrizione potrebbe davvero servire a togliere punti all'ermellino di turno. Non siamo forse in un Paese nel quale un piemme si offende se qualcuno scrive che non ha lo spessore per concepire un golpe? Su faccende del genere, interverrà mai la prescrizione?

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